Si è tenuto in Sala Laguna, l’incontro promosso dai 100autori, Gender equality e pari opportunità. Presente e prospettive future. Articolo di Paola Casella, pubblicato su Cinecittà News

 «Non siamo pioniere, né vogliamo esserlo: facciamo da sempre parte dello scenario», dice la regista Céline Sciamma, presidente di giuria alle Giornate degli autori in questa 79esima Mostra del Cinema di Venezia. «E una lotta al femminile per esprimersi attraverso il cinema esiste da moltissimo tempo, eppure tutti si ricordano di Charlie Chaplin e nessuno di Mabel Normand (che ha diretto Chaplin in molti film di cui era coprotagonista – Ndr)».

Sciamma ha inaugurato il convegno Gender Equality e pari opportunità delle Giornate capitanate dalla direttrice artistica Gaia Furrer e moderato dalla regista e coordinatrice del Gruppo Pari Opportunità dei 100autori Paola Randi, che in apertura mostra le percentuali della presenza femminile in alcuni settori cinematografici italiani: solo il 16% del totale dei film prodotti nell’ultimo anno sono diretti da donne, mentre le direttrici della fotografia, le musiciste e le esperte di effetti speciali non arrivano al 10%. Randi fa anche notare come gli incentivi per aumentare la presenza femminile nelle produzioni cinematografiche inseriti nella Legge Franceschini, pur benvenuti e sacrosanti, abbiano portato ad un incremento dell’1%, mentre in Francia quell’incremento è stato del 36%.

«Il percorso politico, sociale e culturale per poter notare una differenza è molto lungo, e bisogna avere la pazienza di aspettare i risultati», afferma Annalisa Cipollone, Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura. «E bisogna continuare a mettere in campo strumenti e fondi, oltre ad agire a livello di formazione, per raggiungere un equilibrio di genere». Cipollone ricorda che il Ministero ha messo a punto con Cinecittà un percorso di promozione delle pari opportunità e parla dell’imminente protocollo per strutturare un coordinamento nella ricognizione dei dati relativi all’occupazione femminile nel cinema.

A questo proposito Celeste Costantino, coordinatrice dell’Osservatorio sulla Parità di Genere del MiC, ricorda che «per i primi tre anni anche l’osservatorio francese, che è nato già un decennio fa, ha svolto un lavoro puramente diagnostico. Anche il nostro osservatorio si pone come obiettivo quello di individuare innanzitutto gli ostacoli, e poi gli strumenti per riuscire a superarli. Dalla sua fondazione, il 24 novembre 2021 – data non casuale, in quanto il 25 è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – abbiamo già tenuto sette sedute e 15 audizioni. E stiamo chiudendo un protocollo con l’Istat per mettere a sistema tutti i dati del settore». In vista delle imminenti elezioni, Costantino averte: «Nessuna parte politica ha l’esclusiva su questi temi, ma chi porterà avanti questa battaglia dovrà avere una cultura femminista».

Anche i dati presentati da Marta Donzelli, produttrice e presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, sono preoccupanti: «Le domande di iscrizione ai corsi di regia delle donne sono meno del 25%», afferma. «E tuttavia la qualità di chi si propone è molto elevata, segno che per arrivare ad immaginarsi nel ruolo di regista bisogna avere una grande consapevolezza delle proprie possibilità. Per questo va fatto un lavoro di orientamento specifico sulle ragazze». Donzelli parla anche di sostegno alla maternità, perché «è complicato per le registe che sono anche madri tenere insieme tutto: serve una rete di sostegno sociale».

Al convegno hanno partecipato anche, sollevando temi di grande interesse, la produttrice e consigliera di Women in Film, Television & Media Italia Margherita Chiti, la regista Margherita Ferri, la presidentessa SNGCI Laura Delli Colli, la direttrice del Premio Solinas Annamaria GranatelloFrancesca De Martini per l’Associazione UNITA e la direttrice Fondazione Sardegna Film Commission Nevina Satta.