È Rä di Martino (Roma, 1975) a firmare l’immagine ufficiale della XIX edizione, tratta dalla serie “Allunati”.

www.radimartino.com

GUARDARE LA STORIA, CERCARE IL FUTURO

di Andrea Purgatori, Giorgio Gosetti, Gaia Furrer

Due tendenze appaiono chiare nella tessitura del programma delle Giornate in questa fase cruciale di un mondo lanciato a folle velocità verso un incerto domani e di una forma d’arte – l’immagine in movimento – chiamata a ripensarsi radicalmente nei nuovi territori della comunicazione globale. La prima riguarda i film e gli artisti: mai come questa volta il vecchio slogan «il personale è politico», assume i toni di una dichiarazione espressiva.

I film selezionati quest’anno parlano di una necessità indifferibile di fare i conti con il passato collettivo e personale per affrontare scelte radicali, dolorose e scomode, ma necessarie per attraversare consapevolmente la paura del futuro e della diversità facendone una risorsa e una sfida. La seconda è il bisogno del contatto umano, dell’esperienza condivisa, come antidoto alla lunga parentesi sopportata durante la pandemia e adesso in agguato per alterare la nostra condizione naturale di esseri sociali. In questi anni abbiamo visto che la cultura si è data nuova linfa proprio nei momenti di aggregazione, quando il corpo vivo dell’artista, la forza della parola, la testimonianza diretta hanno finito per contare anche più dell’oggetto creativo.

In questo vediamo una grande opportunità – il piacere riscoperto di ritrovarsi insieme a discutere, confrontarsi, riprendere un contatto umano con l’artista – e un rischio sottile di mettere in secondo piano le opere: se c’è il protagonista tutto si trasforma in evento; se non c’è, il suo lavoro passa inosservato. La nostra risposta non passa per la moltiplicazione dei “carpet” (red, blue, green), bensì nei dialoghi sulle idee che vanno di pari passo con l’emozione della scoperta dei film, degli autori, dei talenti.

Il risultato si riassume bene nei numeri che il pubblico delle Giornate (e della Mostra) potrà giudicare: dieci titoli in concorso, il film di chiusura, cinque eventi speciali, tre “film brevi”, nove opere italiane alle Notti Veneziane, quattro proiezioni speciali legate a temi e protagonisti d’eccezione. A fianco dei film proponiamo sei masterclass con Il Centro Sperimentale e la Siae, quattro incontri con il nuovo partner di comunicazione Mubi, due giornate firmate insieme alle nostre associazioni Anac e 100autori, gli ormai imprescindibili Miu Miu Women’s Tales, la due-giorni di In progress del Milano Film Network, il ritorno del nostro progetto di formazione “100+1. Cento film e un paese, l’Italia”, gli eventi in collaborazione con il Parlamento europeo, il saluto, insieme all’Ente dello Spettacolo, al grande Maestro Edgar Reitz e al suo Heimat 2 appena restaurato e quello, insieme a Isola Edipo nel segno dell’inclusione, all’artista Artavazd Pelechian.

Quasi più momenti d’incontro dei film proposti. Ma questa – a ben guardare – è proprio la vocazione originaria per cui diciannove anni fa Citto Maselli ed Emidio Greco convinsero le associazioni degli autori italiani a dar vita a questa sezione indipendente e autonoma nell’ambito della Mostra del Cinema: non semplice passerella, ma occasione viva d’incontro tra autori e autori, autori e pubblico, spettatori e cinefili. È una scelta di campo a cui siamo stati sempre fedeli, sposata dalla Biennale di Venezia in un rapporto di leale scambio, tenuta viva negli anni dal Presidente Roberto Barzanti e quest’anno specialmente condivisa con tutti i nostri associati e partner.

Per dirla con onestà, anche una grande fatica perché è stato come progettare due festival in uno e quindi la nostra gratitudine va in primo luogo alla squadra delle Giornate, un piccolo gruppo di eccezionali professionisti capaci di remare all’unisono e legati tra loro da passione e condivisione. Non capita spesso di poter dividere l’esperienza della progettazione e realizzazione di un progetto con persone di autentica qualità professionale e umana. A loro il nostro più sincero grazie, al pubblico il giudizio finale.

PALMARÈS

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La regista Cláudia Varejão con la giuria 27 Times Cinema e la presidente di giuria, Céline Sciamma

Lobo e Cão di Cláudia Varejão

La Giuria Ufficiale composta dai giovani europei del progetto 27 Times Cinema e presieduta da Céline Sciamma ha assegnato, nell’ambito della Selezione Ufficiale, il GdA Director’s Award a Lobo e Cão di Cláudia Varejão con la seguente motivazione: “Questo film ci ha immersi nel suo mondo e ci ha così permesso di affrontare un tema importante, presentando i personaggi queer così come sono all’interno di uno spazio per loro sicuro. Abbiamo riscontrato che gli elementi di tipo documentaristico hanno contribuito all’efficacia e all’autenticità della narrazione. La Giuria ha anche apprezzato il fatto che il film non assecondi lo spettatore, offrendo la rappresentazione schietta, onesta e d’impatto di una comunità queer molto unita. La Giuria ritiene che il messaggio di questa storia sia estremamente importante e ha il piacere di assegnare questo premio al lodevole film di Claudia Varejao.”

Blue Jean di Georgia Oakley

The Maiden di Graham Foy

La giuria, composta da cinque studenti del CSC – Scuola Nazionale di Cinema, due studentesse al primo anno del corso di regia (Renata La Serra e Sarah Carducci) e tre studenti del primo anno del corso di sceneggiatura (Francesco Luciani, Enrico Maria Minto e Rebecca Ricci), ha assegnato il riconoscimento a The Maiden di Graham Foy con la seguente motivazione: “Abbiamo assegnato all’unanimità il premio all’autore di un film che ci ha colpiti per la densità emotiva e l’immediatezza di un linguaggio libero e personale, e per la capacità di parlare di una perdita come esperienza soggettiva e poetica non come dramma oggettivo, dando spazio e giustizia a personaggi buoni, tanto quieti quanto pieni di disperata vitalità.”

Dirty Difficult Dangerous di Wissam Charaf

La giuria, composta da Michèle Creemers (Cinecenter, Amsterdam, Paesi Bassi); Marco Fortunato (Cinemazero, Pordenone, Italia); Hristo Hristozov (Dom na Kinoto, Sofia, Bulgaria) e Zacharias Ioannidis – Varvaressos (Cine Paradisos, Korydallos, Grecia) ha assegnato il Label Europa Cinemas a Dirty Difficult Dangerous di Wissam Charaf con la seguente motivazione: Dirty Difficult Dangerous di Wissam Charaf è un gioiello – un film molto originale e sorprendentemente incoraggiante, che abbiamo scelto all’unanimità come vincitore del Label Europa Cinemas qui a Venezia.  Certo, tratta molti dei temi tragici che tutti noi dobbiamo affrontare – la guerra, i rifugiati, il traffico di esseri umani – ma Charaf ci offre una storia d’amore che ha persino forti elementi fiabeschi. Ambientato a Beirut e al confine tra Libano e Siria, il film segue l’intensa relazione tra una ragazza etiope e un uomo siriano. E lo fa con un tocco leggero, senza dare lezioni di vita, il che è piacevole, e con qualche momento di cupo divertimento. Il film darà agli spettatori un vero senso di speranza che nasce dal coraggio, e siamo convinti che piacerà a un pubblico più ampio di quello del cinema d’essai in tutta Europa.

PREMIO AUTRICI UNDER 40 VALENTINA PEDICINI

Menzione speciale a Georgia Oakley per Blue Jean
Menzione speciale a Adila Bendimerad per El Akhira (The Last Queen)