01/09/2020

Comincia il viaggio


Comincia il viaggio delle Giornate degli Autori in un giorno importante per il cinema. La Mostra di Venezia, il festival più antico del mondo, riaccende simbolicamente i proiettori in un momento della storia in cui il pubblico ha bisogno di credere nella cultura, nelle storie e nella magia dei numeri. Questa diciassettesima edizione delle Giornate racconta 26 paesi in 29 film, di cui 5 opere prime, 3 opere seconde e alcune importanti conferme. 

Per l'apertura le Giornate scommettono su un'opera prima: Cigar au miel della franco-algerina Kamir Aïnouz. Un viaggio che inizia negli interni parigini e arriva in Algeria e che esplora l'adolescenza e cammina verso l'età adulta, dall'inconsapevolezza al desiderio, dall'ovattata vita familiare al senso di ribellione in nome della libertà delle donne.

Zoé Adjani - giovanissima nipote d'arte - è la protagonista di questa storia, un affresco della vita di emigranti borghesi, una fotografia di due mondi messi a confronto (la modernità francese e la tradizione berbero-algerina). Amira Casar accompagna il film alle Giornate, nel ruolo di una madre come nel 2017 in Call Me by Your Name di Luca Guadagnino. Questa volta è una madre divisa tra il rispetto di regole arcaiche e il senso di giustizia.

«Mi piace pensare - dice Gaia Furrer, responsabile artistica delle Giornate - che la storia privata di una regista esordiente che racconta le sue origini algerine attraverso le dinamiche sociali vissute sulla pelle di una ragazza alle prese con i primi turbamenti dell'adolescenza, sia un po' la storia di tutte e tutti noi che dalle inquietudini accettiamo le sfide e - anche in momenti difficili come quello che stiamo vivendo - ci tuffiamo a capofitto nella vita».

Cigar au miel esplora l'adolescenza proprio come altri due film in concorso: Oaza di Ivan Ikić, un'indagine sull'amore giovanile in un istituto per persone con disabilità mentali; Kitoboy di Philipp Yuryev, una storia ambientata in un villaggio sperduto sullo stretto di Bering, dove vive un cacciatore di balene adolescente che, grazie alla magia di una rudimentale connessione Internet, entra in contatto col mondo dell'erotismo e con l'universo femminile.

«Abbiamo intitolato quest'edizione al tema del coraggio - dice il delegato generale Giorgio Gosetti -, guidati dagli autori che con grande generosità ci hanno offerto storie e film di cui siamo orgogliosi. Ma il coraggio è anche un po' il simbolo di questa Mostra che vuole esprimere la voglia di vivere dell'arte oltre le paure e gli ostacoli generati da un tempo difficile che riguarda tutti. Siamo grati alla Biennale e alla Mostra per aver fatto una scelta coraggiosa e con entusiasmo lavoriamo in questi giorni per lo stesso obiettivo: tornare a vivere senza paura grazie all'arte e ai suoi creatori».