21/08/2020

Dopo le Giornate

Dal 2014 le Giornate degli Autori hanno affiancato ai due premi ufficiali preesistenti, il GdA Director's Award e il Label Europa Cinemas, un terzo importante riconoscimento il Premio del Pubblico BNL, nato grazie alla collaborazione con BNL Gruppo BNP Paribas. Istituito con l'intento di premiare il film più votato dal pubblico tra quelli del Concorso delle Giornate, è diventato un riconoscimento ambito dai registi e dalle produzioni oltre ad essere molto apprezzato dal pubblico che ne ha sancito, negli anni, il successo.

A distanza di sette anni dalla prima edizione, abbiamo raggiunto tutti gli autori dei film premiati per chiedere loro un pensiero sulla strada compiuta dal proprio film e sul futuro del cinema e dei festival alla luce della crisi provocata dall'emergenza Covid-19. Ecco cosa ci hanno raccontato.


Tal Granit, Sharon Maymon - THE FAREWELL PARTY
Premio del Pubblico BNL 2014

Dopo aver partecipato alle Giornate degli Autori, qual è stato il percorso internazionale del film e quale la soddisfazione che ricordi con più piacere?

Esterno/giorno. Lido

Un gruppo di scooter accompagna quattro attori e attrici anziani del nostro film The Farewell Party, vestiti da cerimonia, fino al red carpet. 

Questa è un'immagine indelebilmente impressa nella nostra mente, che ha anche segnato l'inizio del nostro viaggio alle Giornate degli Autori. Un viaggio entusiasmante, con tanti momenti meravigliosi come la lunga standing ovation del pubblico e l'aggiudicazione del BNL People's Choice Award e del Brian Award. 

Vincere il People's Choice Award è stato tra i risultati più importanti che abbiamo conseguito; ci ha consentito di condividere le nostre idee e le nostre emozioni con un ampio pubblico in tutto il mondo. Dal Lido di Venezia The Farewell Party ha viaggiato attraverso oltre venticinque paesi, da Germania a Paesi Bassi, Giappone, Canada e USA. E abbiamo scoperto che tutti i pubblici al mondo sono in grado di immedesimarsi e condividere gli stessi dilemmi vissuti dai nostri personaggi, che si sono inventati un macchinario per indurre l'auto-eutanasia.   

Alla luce della crisi che tutti stiamo vivendo, come immagini il cinema e il mondo dei festival del futuro?

Siamo tuttora nel bel mezzo di una crisi universale unica nella storia, e stiamo cercando di capire quale sia la realtà e come mantenere noi stessi e l'ambiente in cui viviamo al sicuro. Il cinema sta cambiando a prescindere dal COVID-19. Si sviluppano nuove tecnologie che consentono di fare a meno di location o di comparse. Per noi ciò significa pensare di raccontare piccole storie con pochi personaggi e perfino tornare ai cortometraggi. Ci piace molto l'idea di tornare ai cinema drive-in e alle proiezioni all'aperto e speriamo di poter presto rivedere i film anche sul grande schermo.


Leyla Bouzid - AS I OPEN MY EYES
Premio del Pubblico BNL 2015

Dopo aver partecipato alle Giornate degli Autori, qual è stato il percorso internazionale del film e quale la soddisfazione che ricordi con più piacere?

Il film ha visto la luce alle Giornate degli Autori, un gran bell'inizio di vita. Ricorderò per sempre la partenza della delegazione, tutti a piedi dalla Villa degli Autori verso la sala, il silenzio durante la proiezione del film e il caloroso dibattito che l'ha seguita. Da lì il film è andato in giro un po' in tutto il mondo e si è aggiudicato oltre una quarantina di premi. È stato molto intenso vedere fino a che punto il film fosse universale e capace di suscitare le stesse emozioni ovunque fosse proiettato. Il festival di Venezia è stato il primo a riconoscerlo, avendolo selezionato per la prima volta. Il mio ricordo più bello resta la première tunisina del film in una sala gremita di tremila persone durante le Journées Cinématographiques de Carthage, in occasione delle quali il film ha ottenuto più di cinque premi. E poi la presentazione al festival di Reykiavik, in Islanda, alla presenza di Bjork, che alla fine del film mi ha abbracciato forte. 

Alla luce della crisi che tutti stiamo vivendo, come immagini il cinema e il mondo dei festival del futuro?

I film sono tra i nostri pochi alleati in grado di affrontare la paura dell'altro, che rischia di svilupparsi ancora di più con questa crisi sanitaria inedita. Come possiamo continuare a tessere legami gli uni con gli altri con mascherine, distanza sociale, arretramento...? Il cinema è la nostra protezione per continuare a sentire le emozioni degli esseri umani, ovunque essi si trovino nel mondo. È il nostro strumento per poter stare insieme, uniti. L'industria del cinema si confronta con una sfida enorme, accentuata dalla crisi-Covid, che riguarda il rapporto con la sala cinematografica. Entrare in un cinema, al buio, di fronte a uno schermo gigante, e condividere con tutte le persone presenti l'emozione palpabile nell'aria, è un momento collettivo prezioso e magico, perfino mistico. Questo va assolutamente difeso e conservato. Bisogna battersi perché le sale cinematografiche continuino a esistere dopo questa crisi, far sì che questa esperienza di condivisione collettiva sia preservata nel tempo. I festival rivestono quindi un ruolo fondamentale per mostrare il cammino verso la ripresa e il ritorno in sala. 


Eduardo Roy Jr. - PAMILYA ORDINARYO
Premio del Pubblico BNL 2016

Dopo aver partecipato alle Giornate degli Autori, qual è stato il percorso internazionale del film e quale la soddisfazione che ricordi con più piacere?

Dopo aver conseguito il BNL People's Choice Award alle Giornate, ho ricevuto numerosi inviti a partecipare a festival di cinema internazionali in tutto il mondo. Grazie, Giornate degli Autori, per aver scelto Pamilya Ordinaryo quell'anno: non ce lo dimenticheremo mai! Tornando al 2020, Pamilya Ordinaryo è ora disponibile su Netflix (in alcune aree).

Alla luce della crisi che tutti stiamo vivendo, come immagini il cinema e il mondo dei festival del futuro?

Spero che vada tutto per il meglio, spero che riusciremo ancora a realizzare dei bellissimi film indimenticabili nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia, e a continuare a mostrare questi film in occasione dei festival di cinema di tutto il mondo. Nelle parole di Maya Angelou, "Non c'è agonia più grande del tenerti dentro una storia non raccontata".  


Savi Gabizon LONGING
Premio del Pubblico BNL 2017

Dopo aver partecipato alle Giornate degli Autori, qual è stato il percorso internazionale del film e quale la soddisfazione che ricordi con più piacere?

Dopo le Giornate, Longing ha partecipato a decine di festival, inclusi eventi del calibro di Toronto e Busan, ma anche Monaco, Istanbul e molti altri. È stato proiettato in sala e alla televisione in numerosi paesi, ha partecipato ai concorsi della European Film Academy, e stiamo per firmare un contratto per il remake del film negli USA e in Canada.

Alla luce della crisi che tutti stiamo vivendo, come immagini il cinema e il mondo dei festival del futuro?

Per quanto riguarda il COVID-19, sono ottimista. La pandemia passerà nel giro di sei mesi circa e il mondo tornerà alla normalità, incluse le proiezioni dei film in sala. Nel frattempo, i veri grossi pericoli sono in paziente attesa e dobbiamo prepararci ad affrontarli, riducendo il più possibile il surriscaldamento globale. Perché tutta l'aria condizionata delle sale cinematografiche non riuscirà a compensare il dolore e la tristezza che sommergeranno l'umanità in tempi brevissimi se non lo faremo.


Valerio Mieli - RICORDI?
Premio del Pubblico BNL 2018

Dopo aver partecipato alle Giornate degli Autori, qual è stato il percorso internazionale del film e quale la soddisfazione che ricordi con più piacere?

Tra uscite all'estero e festival ho viaggiato col film dal Brasile alla Corea, dall'Argentina alla Russia, fino agli Stati Uniti, il Giappone e un po' ovunque in Europa. Però non sembri piaggeria! a Venezia e alle Giornate sono particolarmente legato da quando ero un ragazzo; anche per questo, malgrado sia il posto meno esotico, rimane quella la soddisfazione più grande.

Alla luce della crisi che tutti stiamo vivendo, come immagini il cinema e il mondo dei festival del futuro?

Credo che la crisi sanitaria farà da catalizzatore di un qualcosa che stava già avvenendo e che i festival rimarranno fondamentali: nell'orientare lo spettatore (che stia a casa o al cinema) e nel bilanciare il potere dei grandi finanziatori. Quanto al contenuto, sento il desiderio, da spettatore prima ancora che da autore, di un passo avanti nel modo di raccontare. Un desiderio di imprevedibili novità: e ho fiducia nel fatto che arrivino, come sono spesso arrivate nei periodi di incertezza e insieme di discontinuità tecnologica. Ma per questo è essenziale che gli autori mantengano (o magari aumentino) la loro libertà creativa. Ed è qui che i festival giocano un ruolo insostituibile.


Manele Labidi - UN DIVAN À TUNIS
Premio del Pubblico BNL 2019

Dopo aver partecipato alle Giornate degli Autori, qual è stato il percorso internazionale del film e quale la soddisfazione che ricordi con più piacere?

Dopo aver partecipato alle Giornate degli Autori, ho avuto l'opportunità di viaggiare in tutto il mondo per presentare Un divano a Tunisi : al Toronto Film Festival, a Busan, al BFI di Londra, a Stoccolma, alle JCC di Tunisi, a Washington, ecc.… È stato un grande dono incontrare pubblici diversi e dialogare con loro per osservare le reazioni al film. Dopo questo tour, Un divano a Tunisi è uscito in Francia qualche settimana prima del lockdown e ha venduto quasi 330.000 biglietti!

Alla luce della crisi che tutti stiamo vivendo, come immagini il cinema e il mondo dei festival del futuro?

Nonostante la crisi, resto ottimista sulle possibilità di fare cinema. La gente avrà sempre bisogno di film o di qualsiasi tipo di contenuti visivi. Sto lavorando al mio secondo lungometraggio e cerco di non farmi influenzare dalla situazione attuale. Il settore in certa misura sarà chiamato ad adattarsi, ma troverà una via di uscita.