Concorso 2024
MANAS
Press, Industry
Pubblico, tutti gli accrediti
Segue Q&A
VM 14
Pubblico, tutti gli accrediti
VM 14
fotografia
Pierre de Kerchove
montaggio
Isabela Monteiro de Castro
suono
Valeria Ferro
Miriam Biderman
Ricardo Reis
Armando Torres Jr.
scenografia
Marcos Pedroso
costumi
Kika Lopes
interpreti
Jamilli Correa (Marcielle)
Fátima Macedo (Danielle)
Rômulo Braga (Marcílio)
Dira Paes (Aretha)
Emily Pantoja (Carol)
Samira Eloá (Cynthia)
Gabriel Rodrigues (Danilio)
Enzo Maia (Marcéu)
produttori
Carolina Benevides
Marianna Brennand
co-produttori
Luis Galvão Telles
Beto Gauss
Francesco Civita
produzione
Inquietude
co-produzioni
Globo Filmes
Canal Brasil
Pródigo
Fado Filmes
con il supporto di
Ancine
FSA-BRDE
República Portuguesa Cultura – ICA
in associazione con
Jean Pierre and Luc Dardenne
Delphine Tomson
Les Films du Fleuve
VideoFilmes
Maria Carlota Bruno
Dominique Welinski
Braulio Mantovani
Marcelo Pedrazzi
Felipe Sholl
Marcelo Grabowsky
Marcelo Maximo
vendite internazionali
Bendita Film Sales
info@btafilms.com
www.btafilms.com
ufficio stampa internazionale
Brigitta Portier
brigittaportier@alibicommunications.be
www.alibicommunications.be
Isola di Marajó, foresta amazzonica. Marcielle (Tielle) vive con i genitori e tre fratelli. Condizionata dalle parole della madre, venera la sorella maggiore pensando sia fuggita da quella vita squallida trovandosi un «brav’uomo» su una delle chiatte che solcano la zona. Man mano, però, Tielle si scontra con la realtà e comprende di essere intrappolata tra due ambienti violenti. Preoccupata per la sorellina e per il futuro desolante che le attende, decide di affrontare il sistema che opprime la sua famiglia e le donne della comunità.
2024 Manas
2012 Francisco Brennand (doc)
2007 O Coco, a Roda, o Pnêu e o Farol (doc)
2001 Capoeira Freedom of the Soul (cm, doc)
«Durante una ricerca per un documentario da girare nei villaggi della foresta amazzonica, ho incontrato donne vittime di traumi indicibili fin dalla più tenera età. Avevano subito abusi sessuali all’interno delle loro case, oltre a essere sfruttate sessualmente su chiatte commerciali, praticamente, senza alcuna possibilità di fuga. Purtroppo, la maggior parte di noi donne ha una storia di abuso sessuale, morale o psicologico, che ha lasciato cicatrici profonde. Il Me Too e altri movimenti per i diritti delle donne ci hanno incoraggiato e permesso di rompere il silenzio e di denunciare gli abusatori in tutto il mondo. Ma che dire di queste donne invisibili di cui non conosciamo nemmeno l’esistenza? Con Manas voglio dare voce a loro che altrimenti non sarebbero mai state ascoltate, onorando le storie che hanno condiviso con me. Vedo il cinema come un veicolo efficace per la trasformazione sociale e politica e spero che Manas sia in grado di mobilitare gli spettatori rompendo l’enorme tabù che circonda questa difficile realtà che riguarda noi tutte». (Marianna Brennand)
Marianna Brennand, dopo essersi laureata in cinema alla UCSB, è tornata in Brasile per realizzare un documentario sul suo prozio Francisco, un artista riconosciuto a livello mondiale per i suoi lavori in ceramica. Puntando su un approccio narrativo poetico basato sui diari del suo personaggio, Francisco Brennand è stato presentato in anteprima nel 2012 e ha vinto i premi per il miglior documentario brasiliano e per il miglior film brasiliano al Festival di São Paulo. Nel 2007 aveva diretto un altro documentario, O Coco, a Roda, o Pnêu e o Farol, sulla ricca tradizione musicale del «coco de roda» a Olinda, città nello Stato del Pernambuco. Manas segna il suo debutto alla regia di un lungometraggio ed è il risultato di una ricerca decennale sul tema complesso e delicato dell’abuso e dello sfruttamento sessuale di bambine e adolescenti sull’isola di Marajó, nella foresta amazzonica.