I premi attribuiti ai film delle Giornate degli Autori
GDA DIRECTOR’S AWARD
La giuria delle Giornate degli Autori, presieduta dal regista norvegese Dag Johan Haugerud e composta dalla produttrice italiana Francesca Andreoli, il curatore del Dipartimento di Cinema presso il MoMA di New York Josh Siegel, la regista e attrice franco-palestinese-algerina Lina Soualem e il direttore della fotografia tunisino Sofian El Fani, ha decretato il vincitore del GdA Director’s Award, premio dal valore di 20.000 euro per metà destinata al regista e per metà al venditore internazionale del film:
Daroon-E Amir (Inside Amir)i Amir Azizi
con la seguente motivazione:
«Il film che premiamo questa sera è una meditazione sul quotidiano. Ci ricorda come le routine di ogni giorno, i gesti e le conversazioni con gli amici, ci offrano al tempo stesso sicurezza e libertà. Con uno sguardo che, poco a poco, svela una vita complessa segnata dalla perdita e dal lutto, sullo sfondo dell’esilio e dei turbamenti sociali, il film ci pone domande fondamentali su cosa significhi appartenere e sui dubbi esistenziali che emergono a partire da tali riflessioni. È un film che si prende il tempo di ascoltare, e che mostra come incontri inaspettati e spontanei creino una vita ricca. I dialoghi precisi e la messa in scena restituiscono un forte senso di presenza, e da spettatori ci sentiamo invitati con generosità a far parte di un gruppo di amici, tanto nelle conversazioni intime e profonde quanto in quelle più leggere e quotidiane… Un altro grande piacere che questo film regala è il sottile uso di diversi periodi temporali, spesso nella stessa inquadratura e persino durante lo stesso giro in bici. È un onore assegnare il premio delle Giornate degli Autori a Daroon-E Amir (Inside Amir) di Amir Azizi».
PREMIO DEL PUBBLICO
Memory di Vladlena Sandu
ex-aequo con
A Sad and Beautiful World di Cyril Aris
LABEL EUROPA CINEMAS
La giuria, composta da Manuel Asín (Cine Estudio del Círculo de Bellas Artes, Madrid, Spagna), Simon Blaas (Cinema Middelburg, Middelburg, Paesi Bassi), Ivan Frenguelli (PostModernissimo, Perugia, Italia) e Signe-Annie Lindstedt (Zita Folkets Bio, Stoccolma, Svezia) ha assegnato l’Europa Cinemas Label a
Arkoudotrypa (Bearcave) di Stergios Dinopoulos e Krysianna B. Papadakis
con la seguente motivazione:
«Arkoudotrypa (Bearcave) è un esordio nel lungometraggio estremamente innovativo e vitale di Stergios Dinopoulos e Krysianna B. Papadakis, supportati da una troupe giovane e di grande talento. Il film segue la relazione tra due giovani donne queer in un remoto villaggio tra le montagne dei Balcani. L’opera, che al contempo unisce e contrappone antico e moderno, ha un impianto che richiama quello di un thriller, ma è attraversata da un marcato tocco di soprannaturale. Musica, montaggio e fotografia risultano estremamente originali, e le interpretazioni delle due protagoniste sono straordinarie. Speriamo che l’assegnazione di questo premio possa incoraggiare i distributori e il pubblico in tutta Europa».
PREMIO AUTRICI UNDER 40 VALENTINA PEDICINI
La giuria, composta da Gina Annunziata (Docente e saggista – Accademia di Belle Arti di Napoli), Antonella Di Nocera (Direttrice della rassegna Venezia a Napoli. Il cinema esteso), Titta Fiore (Giornalista e critico cinematografico, presidente Film Commission Regione Campania), Anna Masecchia (Docente e saggista – Università degli Studi di Firenze), Cristina Piccino (Giornalista e critico cinematografico) ha assegnato il premio per la migliore sceneggiatura a
Mayra Hermosillo per Vainilla
PREMIO CINEMA & ARTS
La giuria, composta dal regista internazionale Alessio Nardin, Oliviero Ponte di Pino critico e studioso e Antonio Giuseppe Bia giovane attore, affiancati da un gruppo di allievi del Percorso Triennale per Registi ed Attori della Accademia Eleonora Duse Centro Sperimentale di Cinema e Arti Performative e da attori dalle masterclass internazionali dell’Accademia Duse, ha assegnato il Premio Miglior Film ex aequo con The Tale of Silyan di Tamara Kotevska a
Qui vit encore di Nicolas Wadimoff
con la seguente motivazione:
«Qui vit encore (Who Is Still Alive) è un documentario che porge, come in un brutale atelier fotografico, i ritratti intimi di nove abitanti di Gaza le cui vite sono state stravolte dall’attacco israeliano e che sono riuscite a rifugiarsi in Egitto.
La ricostruzione simbolica della mappa di Gaza tracciata sul pavimento di uno spazio teatrale, dove sono simbolicamente indicati i luoghi in cui vivevano, porta uomini e donne provenienti da contesti sociali diversi, spesso sopravvissuti tra le macerie delle loro case bombardate, a ritrovare e condividere i ricordi della loro vita prima della guerra, le loro perdite personali e la distruzione dei loro quartieri e del loro mondo.
Il film è una cruda testimonianza di ciò che è accaduto e sta accadendo a Gaza. Il metodo del “teatro documentario” è utilizzato come un rituale contemporaneo che non simula una rappresentazione ma offre un potente mezzo espressivo che fa emergere in modo diretto e brutalmente reale le vite devastate dal conflitto. Chi guarda queste immagini, ascolta queste parole, è costretto ad abbandonare la posizione dello spettatore passivo: diventa il testimone di una devastazione insensata e inaccettabile.
La voluta semplicità e precisione di una fotografa essenziale apre allo spettatore una diversa percezione: le immagini evocate dai racconti in prima persona si sovrappongono alle immagini che si vedono sullo schermo, in un vero e proprio meta-cinema.
Il film di Nicolas Wadimoff in modo molto concreto, senza cadere mai nella retorica o nel facile sentimentalismo, è un gesto sociale e politico. Al mondo della statistica, con il numero dei morti che cresce giorno dopo giorno, contrappone la vita reale delle persone, ciascuna con la sua storia e la sua identità, gli affetti, la vita quotidiana, travolte dalla violenza, dalla paura, dal dolore, dalla perdita delle persone care. È uno sguardo su quello che è accaduto e sta accadendo a Gaza, un compito che dovrebbe svolgere il mondo dell’informazione.
Qui vit encore vuole riattivare e preservare una memoria personale e collettiva che rischia di essere cancellata: quella della vita quotidiana travolta dalla guerra, quella delle strade, delle case e soprattutto delle vite distrutte. Ma testimonia anche la sopravvivenza, le sofferenze, la pazienza, la forza di chi ci racconta tutto questo con grande dignità, in un rituale teatrale che assume una dimensione sociale e storica».
FRED AWARD
Il riconoscimento che FRED Film Radio assegna ogni anno durante la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia a chi contribuisce a far crescere il cinema indipendente e il dialogo tra culture, è stato consegnato quest’anno a
Dag Johan Haugerud
Il regista norvegese, Presidente della Giuria delle Giornate degli Autori, ha da poco concluso la trilogia Sex – Love – Dreams, un affresco intenso dell’Europa contemporanea che, tra Berlino e Venezia, ha raccolto riconoscimenti e consensi unanimi, culminando con l’Orso d’Oro alla Berlinale 2025.
Questa la motivazione:
«Voce audace e singolare del cinema europeo contemporaneo, autore di una produzione profondamente umana e intellettualmente raffinata. Il cinema di Haugerud affronta temi delicati – genere, identità queer, ruoli sociali – con calore, intelligenza e una chiarezza psicologica sorprendente. I suoi personaggi si confrontano con contraddizioni interiori e aspettative sociali senza mai cercare lo spettacolo, invitando invece all’empatia e alla riflessione. FRED Film Radio apprezza in modo particolare l’impegno di Haugerud verso un cinema pensato, coraggioso, che ci interroga su chi siamo e come viviamo. I suoi film mettono in discussione, emozionano, trasformano — incarnando gli ideali di inclusione culturale che stanno al cuore della missione di FRED».
PREMIO CARLO LIZZANI AL MIGLIOR FILM ITALIANO
Il Premio Carlo Lizzani al miglior film italiano 2025 è ideato e organizzato dall’Associazione Nazionale Autori Cinematografici, realizzato con il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiC, della Roma Lazio Film Commission e di AUT-AUTORI, in collaborazione con ANEC, ACEC e FICE e assegnato dagli esercenti italiani più coraggiosi del 2025 – Marco Fortunato e l’equipe del Cinemazero di Pordenone (PN) e Lidia Lovaglio e i suoi collaboratori del Cinema Lovaglio di Venosa (PZ) – è stato assegnato a
Confiteor – come scoprii che non avrei fatto la rivoluzione di Bonifacio Angius
con la seguente motivazione:
«Non una semplice confessione, ma una ricerca di identità e origini che si traduce in un’ammissione di fragilità e dubbio, dove è impossibile non riconoscersi. Alternando comicità grottesca e momenti di violenza, Angius si mette a nudo con sincerità e coraggio. Senza compromessi e con padronanza del linguaggio cinematografico, riesce a dare coerenza e forza al racconto, confermandosi tra gli autori più vitali del panorama italiano».
PREMIO BOOKCIAK AL MIGLIOR FILM DA OPERA LETTERARIA
La giuria composta da Steve Della Casa (critico cinematografico e Conservatore della Cineteca Nazionale), Camillo De Marco (critico cinematografico di Cineuropa) e Flavio Natalia (direttore di Ciak), sotto la direzione artistica di Gabriella Gallozzi, ha assegnato una menzione speciale a
Écrire la vie. Annie Ernaux racontée par des lycéennes et des lycéens di Claire Simon
con la seguente motivazione:
«L’attualità dei romanzi della scrittrice Premio Nobel, emerge in tutta la sua forza attraverso i racconti stessi delle nuove generazioni. Offrendo uno sguardo sul futuro».
PREMIO BISATO D’ORO
La giuria, composta da Paolo De Cesare (Presidente), Violeta Bava, Maria Giovanna Vagenas, Rüdiger Suchsland e Giovanni Bogani ha assegnato il premio per la migliore sceneggiatura e la miglior fotografia a
Gabriel Azorín e Giuseppe Truppi per Anoche conquisté Tebas
con la seguente motivazione:
«Nel sito archeologico di un complesso termale romano, dove le acque calde mormorano ancora tra le pietre antiche, il tempo si ripiega su se stesso e la storia si insinua nel presente. Qui, gli strati dell’intimità e dei legami umani si rivelano, fragili eppure profondi. Nelle ombre spettrali della notte, la visione si acuisce, i sensi si risvegliano, il linguaggio fluttua tra passato e presente, creando una frattura ma evocando al contempo una rara immediatezza. Anoche conquisté Tebas emerge come un miracolo silenzioso. Per la sua narrazione eterea e la sua maestria visiva, è insignito del Premio Bisato per la Miglior Sceneggiatura e la Miglior Fotografia».