Eventi Speciali 2025

QUI VIT ENCORE
WHO IS STILL ALIVE

Nicolas Wadimoff
Svizzera, 2025, 113', colore
Sceneggiatura: Nicolas Wadimoff
LE DATE SARANNO PRESTO DISPONIBILI

fotografia
Leandro Monti
Camille Cottagnoud
montaggio
Jean Reusser

musica
Dom La Nena
suono
Carlos Ibanes Diaz
Vuk Vukmanovic
Niels Barletta

con
Jawdat Khoudari
Mahmoud Jouda
Adel Altaweel
Haneen Harara
Malak Khadra
Hanaa Eleiwa
Firaz Elshrafi
Eman Shanan
Ghada Alabadla

produzione
Akka Films
co-produzioni
Easy Riders Films
Philistine Films
produttori
Ketsia Stocker
Nicolas Wadimoff
co-produttori
Nadia Turincev
Omar El Kadi
Ossama Bawardi
May Jabareen

Una mappa di Gaza, delle sue città, dei campi e dei quartieri. Vernice bianca su pavimento nero. Nei contorni disegnati grossolanamente, nove rifugiati che sono riusciti a sfuggire all’inferno, raccontano le loro storie. Le loro vite precedenti, i loro sogni sepolti, il pericolo, le macerie, la perdita di persone care. Esistenze oppresse, bloccate, ma non ancora polverizzate, non ancora totalmente sprofondate nell’oblio e nell’oscurità. Condividendo le loro vicende, i protagonisti di Qui vit encore cercano di riconnettersi con se stessi, di smettere di essere fantasmi. Di tornare, forse, alla vita.

Filmografia parziale
2025 Qui vit encore (doc)
2025 Unrwa, 75 ans d’une histoire provisoire
(doc, diretto con Lyana Saleh)
2018 L’Apollon de Gaza (doc)
2016 Jean Ziegler, l’optimisme de la volonté (doc)
2014 Spartiates (doc)
2012 Opération libertad
2010 Aisheen (doc)
2005 L’accord (doc, diretto con Béatrice Guelpa)
2000 Mondialito
1997 Clandestins (diretto con Denis Chouinard)
1992 Les Gants d’Or d’Akka (mm)
1991 Le bol (cm)

«Ciò che i sopravvissuti di Gaza hanno subito non può essere raccontato solo con le parole. Gesti, respiri, silenzi sono più eloquenti, a volte. Qualunque parola usiamo per descrivere questa sistematica campagna di distruzione e cancellazione, il nostro quadro di riferimento comune per comprendere il mondo sembra essere divenuto inefficace di fronte a qualcosa che, seppur indicibile, invece non deve rimanere inascoltato e invisibile. Al di là delle appartenenze e delle opinioni politiche, l’idea è dare visibilità alle storie di un popolo troppo spesso disumanizzato, ridotto a numeri. Di prendersi il tempo di ascoltare, guardare, sentire i corpi martoriati e le anime ferite. Considero il film come un ponte tra l’esperienza intima e collettiva di un popolo devastato e gli spettatori che ne diventeranno testimoni. Un movimento per pensare insieme l’impensabile. Per interrogare, cercare, riconsiderare la nostra umanità, quella che stiamo perdendo, quella di cui dobbiamo riappropriarci. Per restare vivi, tanto laggiù quanto qui». (Nicolas Wadimoff)

Dopo aver studiato cinema a Montreal, Nicolas Wadimoff ha presentato il cortometraggio Le bol (1991) al Festival di Locarno. Chitarrista in una band di rock alternativo, ha co-fondato L’Usine, un centro culturale indipendente con sede a Ginevra. Nel 1992 ha diretto Les Gants d’Or d’Akka, ritratto di un pugile palestinese. Cinque anni dopo, ha firmato con Denis Chouinard, Clandestins, il suo primo film a soggetto. Nel 2003 ha dato vita alla Akka Films, una casa di produzione che ha sostenuto, tra gli altri, molti filmmaker palestinesi. Aisheen (2010), documentario girato a Gaza, è stato proiettato in anteprima alla Berlinale. Nel 2012, è la volta di Opération libertad, lungometraggio di finzione selezionato alla Quinzaine des cinéastes di Cannes. Spartiates (2015), con protagonista un allenatore di MMA nella zona nord di Marsiglia, ha vinto il Premio Soleure. Mentre L’Apollon de Gaza ha aperto la Settimana della Critica di Locarno nel 2018. Tra il 2019 e il 2023 si è dedicato all’insegnamento presso la HEAD – Genève. Quest’anno è tornato alla regia prima, insieme a  Lyana Saleh, con Unrwa, 75 ans d’une histoire provisoire e poi con Qui vit encore.

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