Concorso 2025

MEMORY
Film d’apertura

Vladlena Sandu
Francia, Paesi Bassi, 2025, 98’, colore
Sceneggiatura: Vladlena Sandu, Yana Sariadi
LE DATE SARANNO PRESTO DISPONIBILI

fotografia
Liza Popova
montaggio
Vladlena Sandu

scenografia
Daria Litvinova
suono
Philippe Grivel

interpreti
Amina Taisumova
Selima Agamirzaeva
Vladlena Sandu

produzioni
Mimesis
Limitless
Revolver Amsterdam
produttrice
Yanna Buryak
co-produttori
Ludovic Henry
Raymond Van Der Kaaij
Kirsi Saivosalmi
con il supporto di
Aide Aux Cinémas Du Monde
CNC
Institut Français
Région Île-de-France
Netherlands Film Fund
IDFA Bertha Fund
Doha Film Institute

vendite internazionali
Loco Films
www.loco-films.com
international@loco-films.com

Vladlena all’età di sei anni, dopo il divorzio dei genitori, si trasferisce dalla Crimea a Grozny. È ignara che presto la guerra consumerà la sua infanzia. L’Unione Sovietica crolla, la Repubblica cecena si frammenta. I suoi amici di lingua russa sono obbligati a scappare, mentre i ceceni deportati fanno ritorno reclamando la loro patria. Le tensioni aumentano e scoppia un conflitto armato. La violenza investe la città: i vicini vengono uccisi, la sua famiglia è presa di mira e Grozny si trasforma in un campo di battaglia. Dopo quattro anni di guerra, sua madre è gravemente ferita e un attacco armato costringe Vladlena alla fuga, diventando una sfollata in Russia. In questo film ibrido, autobiografico e poetico, Sandu rivisita i suoi traumi attraverso i ricordi dell’infanzia, per rispondere a una domanda ossessionante: come si può spezzare il ciclo della violenza che forma i bambini e si trasmette di generazione in generazione?

2025 Memory
2022 No Nation Without Culture (doc, cm)
2018 Eight Images From the Life of Nastya Sokolova (doc, cm)
2016 Holy God (doc, cm)
2015 Tamerlan’s Love (doc, cm)
2015 Kira (cm)
2014 Orlovi (doc, cm)
2012 Diana (doc, cm)

«Quando lavoravo a Memory, mi è stato chiesto di presentare una sceneggiatura al Ministero della Cultura russo per ottenere il permesso di girare. La necessità di nascondere il vero soggetto del progetto è diventata parte della narrazione del film. Entrambe le mie terre d’origine – la Crimea e la Repubblica Cecena – sono ancora sotto occupazione. È un dato di fatto che porta con sé conseguenze attraverso le diverse generazioni. Il film cerca di riflettere su come elaboriamo queste realtà: come affrontiamo la violenza ereditata e se è possibile trasformare l’aggressività in cura o la paura in amore. Memory è un tentativo personale di articolare queste domande. Documenta come sono uscita da quel circolo nel quale ero nata. Questo film fa anche parte di una tetralogia basata sulla mia esperienza persoale. Nonostante tutto, continuo a credere che l’arte possa avere un ruolo nella guarigione. Che possa aiutarci a immaginare un futuro fondato sulla libera scelta anziché sulla coercizione. Lavorare a Memory mi ha aiutato a capire come il ciclo della violenza si muova attraverso le generazioni e mi ha portato a pormi una domanda fondamentale: cosa possiamo fare per fermarlo?». (Vladlena Sandu)

Vladlena Sandu è nata, come il padre, in Crimea nel 1982. Dopo il divorzio dei genitori, si è trasferita a Grozny, città natale della madre, nella Repubblica cecena. Da bambina e adolescente ha vissuto quattro anni di guerra fino a quando, nel 1998, è emigrata nella Russia continentale ricevendo lo status di persona sfollata interna. Nel 2016 si è laureata al VGIK, dove ha studiato regia cinematografica in un corso di laurea condotto da Alexei Uchitel. Nel 2019 si è diplomata presso lo Studio of Independent Direction di Boris Yukhananov. Tre anni dopo, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, ha scelto di essere per la seconda volta una rifugiata. Oggi vive e lavora ad Amsterdam. I suoi film sono stati selezionati in festival come Berlinale, Rotterdam, Series Mania, Leipzig Dok, DocLisboa, Movies That Matter. E sono stati premiati a goEast, ZagrebDox, Golden Apricot, VGIK ISFF. Nel 2018 ha ottenuto il Silver Eye Award dell’Institute of Documentary Film con il corto, Eight Images From the Life of Nastya Sokolova.

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